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... è democrazia
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“salvare l’associazionismo per rafforzare la coesione sociale”
Gentile Ministro, sappiamo che la delega che è chiamato a ricoprire, oltre alle importanti politiche sul lavoro, riguarda anche le politiche sociali e il Terzo Settore. Le scriviamo per sottolinearLe la situazione di grandissima difficoltà in cui si trovano i nostri circoli, la nostra associazione tutta che, a un anno dall’inizio della pandemia, continua ad essere uno dei settori più colpiti dalla crisi legata all’emergenza sanitaria. Uno dei settori più dimenticati, nonostante le dichiarazioni di solidarietà e sostegno di alcune forze politiche.
Se questo è l’obiettivo non ci si può ancora una volta dimenticare dell’associazionismo diffuso: è arrivato il momento di far ripartire le attività e il lavoro dei circoli, riconoscendo pienamente il loro ruolo, la centralità della socialità e della cultura come strumenti indispensabili per reagire alla pandemia e all’acuirsi delle disuguaglianze causato dalla crisi sanitaria, economica e sociale che stiamo attraversando. Una crisi senza precedenti anche per l’associazionismo, per l’Arci e i suoi 4 mila circoli in tutta Italia, con le sedi chiuse da mesi, le attività in gran parte ferme, le entrate bloccate, gli affitti e le utenze da pagare. Si tratta per noi di una situazione diventata insostenibile e nella quale è impossibile immaginare un futuro.
I Ristori, previsti nel decreto bis e comunque insufficienti, non sono ancora arrivati. Servirebbero invece strumenti economici adeguati per poter riprendere il nostro lavoro e le nostre attività in sicurezza. In questi mesi, nonostante la gravissima crisi, i circoli hanno trovato nuovi modi per continuare ad essere vicini alle comunità e alle persone, soprattutto quelle a maggior rischio di esclusione sociale. Dalla distribuzione di aiuti alimentari e sanitari fino alla decisione di mettere a disposizione i circoli Arci per la campagna di somministrazione dei tamponi e dei vaccini. Crediamo nel nostro ruolo di utilità sociale, ancora più indispensabile in questo momento storico, per costruire un futuro inclusivo e solidale. Dove cultura e relazioni contribuiscono al benessere dei singoli e delle collettività.
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